L’edilizia sostenibile ha un approccio culturale con due scopi ben precisi. In primo luogo, l’edificio dev’essere caratterizzato da un impatto ambientale minimo e, in secondo luogo, deve migliorare la qualità della vita per chi ci abita.
Che cosa s’intende per edificio sostenibile?
Di certo non esiste un fabbricato ad impatto zero, in quanto tutto ciò che andiamo a modificare nell’ambiente naturale ha ovviamente un impatto sull’ambiente circostante. Sicuramente, però, ne possiamo limitare l’impatto.
Possiamo determinare che l’edificio sostenibile, per avere un basso impatto ambientale, è importante che sia dotato di sistemi per l’autoproduzione di energia che gli permettano di essere autonomo e performante energeticamente.
In sostanza, gli edifici efficienti vanno progettati perseguendo uno scopo ben preciso, per il quale i materiali utilizzati, i sistemi di funzionamento e le necessità per cui vengono costruiti devono intrecciarsi per rispettare l’ambiente.
Un altro criterio per definire un edificio sostenibile è la qualità della vita in termini di salute per chi ci abita. In questo caso, ma anche in quelli precedenti, le tecnologie utilizzate ed il digitale sono condizioni fondamentali per raggiungere l’obiettivo di un’edilizia sostenibile che sia compatibile con la vita dell’uomo e le sue attività.
Vediamo insieme alcuni esempi di edilizia sostenibile
Qualcuno di voi si starà chiedendo: quali sono i veri esempi di edilizia sostenibile? In realtà, questi si trovano spesso vicino a noi anche se a volte non ce ne accorgiamo. Sono gli edifici progettati e realizzati con particolare attenzione verso i sistemi di gestione digitale che controllano il loro funzionamento.
Esempi che spesso vediamo o di cui sentiamo parlare sono gli edifici che compongono il Bosco verticale a Milano.
Si tratta di edifici di 28 e 26 piani che l’architetto Stefano Boeri ha progettato e realizzato, in cui una delle novità (ma non solo) è rappresentata dalla presenza di alberi, arbusti e piante sulle facciate per un equivalente di due ettari di bosco.
Tuttavia, troviamo esempi di edilizia sostenibile anche nel campo degli edifici pubblici, come le scuole dell’infanzia in Trentino progettate dallo studio Feld72, con l’impegno di minimizzare l’impatto ambientale ed avere spazi in cui i bambini vivono la quotidianità in modo spensierato.
Oppure, l’Istituto Piero Gobetti a Caltagirone, meno bello esteticamente ma progettato con un impianto geotermico e pannelli fotovoltaici che lo rendono a consumo zero ed autosufficiente dal punto di vista energetico.
Quella che però trovo davvero affascinante e che considero la capostipite dei fabbricati ecosostenibili è senz’altro la casa Heliotrope a Friburgo.
Realizzata nel 1994 e progettata dall’architetto Disch, la casa è ancora oggi abitata e facilmente visitabile. Essa ruota fisicamente seguendo il percorso del sole, in questo modo “cattura” perfettamente l’illuminazione per gli spazi interni e riduce al minimo l’uso di luce artificiale all’interno. È stato il primo edificio al mondo a produrre più energia di quella che utilizza. Usa vari sistemi di produzione di energia conosciuti negli anni 90 e inoltre, è dotata di un sistema autonomo per la pulizia delle acque reflue. Visitandola, si può notare che anche lo zerbino metallico dell’uscio di casa gira insieme al fabbricato.
Quali sono i criteri per definire un fabbricato sostenibile?
Come dicevamo, la casa sostenibile parte dal concetto che dev’essere progettata nel rispetto dei canoni legati alla sostenibilità. Alcuni di questi canoni, però, devono essere chiariti. I materiali utilizzati devono essere a Km0, le materie prime devono essere rigenerabili e, soprattutto, le fasi di produzione del materiale, trasporto e realizzazione della costruzione, il suo mantenimento nel tempo e l’eventuale smaltimento finale, non devono inquinare. Concretamente, tutto deve essere predisposto al riciclo, dalla nascita alla morte il materiale non deve inquinare.
Il fabbricato sostenibile è efficiente ed autonomo dal punto di vista energetico, considerando che le attuali tecnologie assumono nel fabbricato un ruolo di piccola centrale per il fabbricato stesso. Il controllo dell’operatività digitale è quindi fondamentale, pensiamo all’introduzione della domotica per ottimizzare il funzionamento dell’intero fabbricato e per controllare gli usi e consumi senza sprecare energie.
L’uso di materiali deve inoltre rispettare comfort abitativi adeguati, essi non devono essere tossici.
Infine, da non sottovalutare è il risparmio economico per gli abitanti della casa sostenibile, il cui calcolo degli investimenti iniziali e di utilizzo deve seguire dei parametri di ammortamento in tempi accettabili.
Se rispettiamo tutti questi principi, possiamo considerare il fabbricato sostenibile.
La digitalizzazione nell’edilizia sostenibile
In questo ambito di edilizia sostenibile, la digitalizzazione è diventata un elemento essenziale e predominante per le varie fasi del processo edilizio. Per processo edilizio s’intende dal momento in cui si ha l’idea del fabbricato al momento di progettazione, realizzazione ed infine uso quotidiano. Questo processo ci permette anche di raggiungere gli obiettivi della transazione ecologica prevista nel PNRR.
In fase di progettazione, tramite il BIM, il controllo dell’opera da realizzare e le scelte dei materiali da utilizzare ci permettono di creare un edificio sostenibile. Altrettanto importante è la fase di realizzazione che dev’essere accompagnata da un controllo digitale del processo costruttivo. Non possiamo pensare di progettare ed avere un fabbricato altamente tecnologico senza una fase di realizzazione controllata da un sistema digitale che permetta di monitorare la corretta realizzazione dell’opera connessa con il controllo dei costi di realizzazione. È come se pensassimo di progettare una nuova Ferrari senza controllare che la fase di realizzazione venga eseguita in modo corretto.
Le varie fasi di realizzazione devono essere compiute con tempi, modi ed applicazioni corrette. Il controllo del processo di costruzione tramite sistemi digitali permette di avere un monitoraggio continuo dell’opera. Di conseguenza, la corretta applicazione dell’esecuzione ci garantisce il raggiungimento dell’obiettivo progettuale.
Il valore aggiunto che il digitale offre all’edilizia sostenibile
Strumenti di alta tecnologia in un fabbricato portano alla presenza in cantiere di diverse e specifiche figure di operatori professionali, che insieme realizzano il fabbricato sostenibile. Pertanto, oltre al controllo, il sistema digitale permette il dialogo tra i diversi operatori e la conoscenza condivisa. Dobbiamo pensare di riuscire a condividere documenti, progetti, esecutivi, ordini o semplicemente il giornale dei lavori, insomma tutto ciò di cui si compone l’ambiente di cantiere e l’impresa. Non possiamo dividere l’operatività del cantiere dall’ufficio amministrativo, in quanto la base per avere un reddito è controllare le fasi di realizzazione ed ottimizzare dialoghi e tempi condividendo in modo sistematico i dati.
L’uso di sistemi digitali nel controllo del processo costruttivo permette alle imprese che guardano al futuro di distinguersi dalle altre e, soprattutto, rende possibile la realizzazione di opere e fabbricati che “sposano” le tecnologie innovative.
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